In questi giorni, migliaia di giovani in tutta Italia stanno per affrontare uno dei cambiamenti più importanti e radicali della loro vita. Chi ha deciso di frequentare un’università lontana da casa, infatti, si ritroverà improvvisamente trasformato in un fuorisede.
Il fuorisede è una sorta di creatura mitologica metà adulto e metà adolescente, intorno alla quale è stata costruita una vera e propria epica. Le leggende narrano di ragazzi e ragazze che non sanno distinguere uno straccio per il pavimento da una spugna per piatti, e mettono a lavare i calzini neri con le magliette bianche a 90 °C.
Dal momento in cui si va a vivere in un’altra città, non saranno più i genitori a occuparsi di tutto, ma bisognerà rimboccarsi le maniche e fare il grande passo verso una completa autonomia. Anche chi ha sempre dato una mano in casa, e sa perfettamente gestirsi, dovrà comunque abituarsi a un altro livello di responsabilità.
Insomma, diventare un fuorisede è sicuramente una svolta e ognuno la vive a modo suo, in una scala di sentimenti che va dall’entusiasmo al terrore.
Uno degli ambiti in cui si avverte il maggiore disorientamento è quello alimentare. Anche se non esistono più le “mamme di una volta”, a casa di solito sono i genitori a occuparsi dell’approvvigionamento e della preparazione dei pasti. Per questo molti ragazzi sono portati a pensare che il frigo sia un generatore automatico di alimenti.
Ebbene, non è così: un fuorisede deve pensare a fare la spesa e (incredibile!) a cucinare.
In questo articolo vorremmo darvi alcuni suggerimenti per affrontare questo passaggio puntando a livelli sempre più evoluti di autonomia. Potremmo chiamarlo “fuorisede upgrade”.
Fuorisede livello 1
Sopravvivenza. Molti fuorisede non riescono ad andare oltre questo livello. L’importante in questa fase è non contrarre infezioni gravi, conservare gli arti e non morire di fame. Si cura l’igiene personale, ma quella domestica è lasciata al fato: prima o poi qualcuno pulirà. Si mangia tutto quello che è commestibile, e anche qualcosa che non lo è, e si approfitta di ogni ritorno a casa per fare scorta di generi alimentari.
Fuorisede livello 2
Adattamento. In questa fase il fuorisede comincia a ritornare nel consorzio civile e recupera rapidamente secoli di evoluzione. Eccolo quindi che inizierà anche a preoccuparsi di quello che mangia, e si porrà perfino obiettivi di sana alimentazione. Qui arriva in aiuto Pescanova, con tutta una serie di preparazioni pensate anche per chi non ha molta dimestichezza con la cucina, ma vuole comunque mangiare bene. I crispy, i panati, la linea tapas, anche nelle versioni senza glutine, sono facili da preparare pur senza avere a disposizione grandi attrezzature. Inoltre sono vere e proprie miniere di nutrienti, tra cui i preziosi omega 3 che sono contenuti solo nel pesce.
Fuorisede livello 3
Questo è il bello. Sì perché (non l’abbiamo detto, ma lo davamo per scontato) essere fuorisede è un’esperienza bellissima! Ora potete invitare a casa vostra gli amici e cimentarvi addirittura in una cena a base di pesce. Nella sezione ricette del nostro sito troverete tantissime idee per fare bella figura, conquistare il cuore della persona che vi piace, o perfino stupire la mamma la prossima volta che verrà a trovarvi!