Pescanova Italia compie 30 anni! Francesco Cadura, amministratore delegato dell’azienda, ci racconta cosa è accaduto in questi decenni, e come la storia di Pescanova si intreccia con i cambiamenti negli stili di vita degli italiani.
Com’è nata l’idea di Pescanova Italia?
“In seguito all’Atto Unico Europeo firmato nel 1986, la multinazionale spagnola Pescanova, in un’ottica di espansione nel sud Europa, si stabilisce prima in Portogallo poi in Italia, Francia e Grecia. Pescanova Italia nasce nel 1989, con sede nel centro storico di Roma.”
Esiste un vantaggio per il consumatore italiano nell’avere una filiale in Italia?
“Pescanova è un’azienda che vanta un controllo verticale su tutta la filiera produttiva del pesce. Questo perché il nostro Gruppo dispone di ben 70 navi fattoria oceaniche con surgelazione a bordo, ma anche strutture di produzione, allevamento, trasformazione e commercializzazione. Acquistando il prodotto Pescanova, il consumatore ha il vantaggio di comprare direttamente da chi pesca, alleva, lavora e commercializza il pesce.”
Quali sono state le tappe più importanti della crescita di Pescanova in Italia?
“Nel 1989, con l’apertura della sede italiana, Pescanova ha iniziato a commercializzare prodotti tipici della cucina tradizionale spagnola, come per esempio il Preparato per Paella, adattandoli al mercato italiano.
In seguito, nel 1994, abbiamo deciso di trasferire la sede a Bologna, città scelta per la sua posizione strategica grazie alle sue importanti arterie di comunicazione.
Dal 2000 abbiamo rafforzato la nostra presenza sul mercato italiano, in particolare grazie al lancio di nuovi prodotti come per esempio i Filetti di Merluzzo sudafricano in porzioni che si sono aggiudicati il premio “Prodotto dell’anno 2006”.
Nel 2012, in seguito alla crescente richiesta di prodotti per celiaci, abbiamo realizzato la nostra linea Gluten Free che ci ha permesso di espanderci e posizionarci anche nei negozi specializzati e nelle farmacie e parafarmacie con banco freezer.
Negli ultimi 2 anni non sono mancate le novità: il nuovo logo ha rinnovato l’aspetto dell’azienda e il lancio della linea Tapas ha intercettato le tendenze ed esigenze del consumatore moderno.”
Cosa è cambiato in questi trent’anni nel mercato?
“Oggi il consumatore è molto più attento alla qualità e all’origine dei prodotti acquistati e a tematiche come la sostenibilità ambientale e sociale. Devo dire che noi siamo da sempre molto attenti alle materie prime utilizzate con lo scopo di offrire prodotti che soddisfano requisiti di qualità costante nel tempo.
Negli anni sono ovviamente cambiati anche gli stili di vita e di consumo: oggi i consumatori hanno sempre meno tempo da dedicare alla cucina ma non per questo vogliono rinunciare al gusto e alla qualità. Noi di Pescanova infatti ci stiamo muovendo proprio in questa direzione, affiancando a prodotti “storici” come il pesce naturale, che ha tutta la versatilità del pesce fresco e anche la praticità del surgelato, prodotti capaci di soddisfare le nuove tendenze di consumo come “convinience”, etnici, salutistici e “pleasure”. Ne è un esempio la linea Senza Glutine oppure la linea Selezione con il Gambero Argentino che surgeliamo a bordo dalle nostre barche per garantire prodotti di qualità superiore.”
Quali sono i progetti per il futuro di Pescanova in Italia?
“In tre parole: sostenibilità, innovazione e comunicazione. Siamo fortemente impegnati sul fronte della sostenibilità, sia come Pescanova Italia sia come Gruppo. Il nostro programma di certificazione “Pescanova Blue” è la risposta operativa di Pescanova a tematiche ambientali e sociali molto importanti. Si tratta infatti di un piano integrato di iniziative progettato per guidare e documentare le nostre azioni responsabili e l’uso sostenibile delle risorse naturali.
Allo stesso tempo continuiamo a lavorare sull’innovazione di prodotto, per offrire soluzioni sempre più in linea con le aspettative di bontà, benessere e praticità.
E per ultimo, ma non per importanza, la comunicazione digitale. Siamo fortemente convinti dell’importanza di intrattenere rapporti digitali con i nostri consumatori. Ciò ci permette di avere un contatto molto più diretto e immediato, in cui non ci sono anonimi consumatori ma uomini e donne, e questo è vitale per conoscere i bisogni e interpretare le tendenze.”